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2017/03/10

Arriva la reazione? Italiani stanchi e delusi dalla politica del PD sono a una svolta



Ricordo il titolo di un capitolo di un libro di storia di Armando Saitta, riferito a una certa fase della Rivoluzione francese del 1789: “furoreggia la reazione”. Titolo criptico che aveva suscitato in me, giovane studente appassionato di storia e di letteratura, grande curiosità ed inquietudine. Mi torna in mente oggi, a distanza di decenni, perché fotograferà la realtà dell’anno prossimo venturo, il 2018.

La reazione è già cominciata

Per la verità, come ormai concordano tutti i commentatori politici, la “reazione” è già cominciata nell’ultimo scorcio del 2016 con la Brexit, l’elezione di Trump e la sonora sconfitta di Renzi al referendum costituzionale in Italia. Ma questo è stato solo l’antipasto che si consoliderà con tutti i risultati delle elezioni nel vecchio continente di quest’anno: il 15 marzo in Olanda, il 23 Aprile in Francia e il 24 Settembre in Germania. Qualunque siano i risultati fin da ora sono previsti discontinuità e ribaltoni rispetto al trend tradizionale di voto. Ma il botto grosso è prevedibile proprio in Italia, alle elezioni politiche della primavera 2018 che secondo le previsioni di vari uffici legislativi dei “Palazzi romani” non si terranno a scadenza ordinaria, prevista il 24 febbraio 2018, cioè 5 anni dopo le elezioni del 2013, bensì entro 90 giorni da quella data, utilizzando strumentalmente la legge, il che significa che probabilmente si voterà a metà maggio 2018.

Quegli eccessi rivoluzionari che…

Furoreggia la reazione, perché? Nel 1795, perché dopo gli anni degli eccessi rivoluzionari della sinistra di allora, i giacobini, la destra rialzò la testa e mise fine al regime uscito dalla Rivoluzione, con la Reazione. 

Perché il 2018? 

Perché la gente oggi non ne può più dei garantismi che proteggono migliaia di criminali in servizio permanente effettivo, che una volta arrestati dalle forze dell’Ordine vengono immediatamente rilasciati a piede libero in attesa di processi che non avranno mai efficacia. 

Perchè i normali cittadini non ne possono più di essere ogni giorno vessati dalla tasse che servono a finanziare con 4 miliardi di euro il flusso di 200 mila clandestini l’anno, di cui appena il 10% veri rifugiati di guerra. 

Perchè la gente non sopporta più pensioni minime di 400 euro al mese a persona, a coloro che hanno versato contributi previdenziali tutta la vita e che invece ogni clandestino venga mantenuto dallo Stato italiano a 1100 euro al mese, finanziando cooperative di amici degli amici, senza alcun controllo di gestione, determinando ignobili speculazioni. 

Perché l’impresa, da quella grande a quella piccola, da quella industriale o agricola o commerciale, non ne può più di essere spremuta con tasse che servono a finanziare il mostruoso apparato burocratico dello Stato che non garantisce alcun diritto alle imprese, a cominciare dalla giustizia civile e amministrativa e alla concorrenza sleale della contraffazione. 

Perchè le opere pubbliche, che potrebbero essere un volano per rilanciare gli investimenti, non decollano o procedono al lumicino, in quanto i fondi vengono bloccati per garantire la liquidità di cassa allo Stato. 

Perché i cittadini sono indignati per i tagli ai servizi sanitari pubblici, che si fanno carico di migliaia di extra-comunitari, che addirittura si portano i parenti dall’estero per curarsi, e quindi coloro che ne avrebbero realmente diritto, devono ricorrere alla sanità privata poichè non sono più garantite le ordinarie prestazioni mediche e i costi delle cure più avanzate. 

Perchè la sicurezza delle persone non è garantita neppure dentro casa e quando qualcuno si difende da solo viene incriminato per eccesso di legittima difesa. Perchè la Magistratura non è più uno strumento di Giustizia, ma di lotta politica per affossare Governi o perseguitare dei leader politici o imprenditoriali. 

Perché i diritti civili non sono più la tutela delle persone, ma l’arroganza di nuove dottrine, dal gender all’utero in affitto, che vanno contro il diritto naturale e tutelano egoismi di piccole lobby, che si arrogano l’arbitrio di praticare ogni tipo di perversione. 

Perché le èlite culturali, dall’Università al Teatro, alla musica al cinema, all’editoria, che dovrebbero essere l’avanguardia del pensiero della Società, sono gruppi autoreferenziali che stabiliscono abusivamente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, senza più alcun legame con il sentire popolare, creando una frattura incolmabile tra la volontà delle persone comuni e il loro pensiero unico e incriticabile. 

Perchè non sono più accettabili leggi che non incontrano più il sentire dei popoli ma garantiscono solo banche, fondi di investimento e lobby finanziarie e speculative. 

Perchè si vogliono estirpare i costumi, le tradizioni e addirittura i cibi che vengono prodotti da secoli in omaggio a nuove norme inventate dalle burocrazie europee per il vantaggio di multinazionali ed interessi illeciti . 

La misura è colma e la pentola bolle, poichè nessuno spegne il fuoco, anzi molti aggiungono nuovo carburante esplosivo: tra poco salta il coperchio ed il botto sarà terribile. Solo che per rimediare, poi, non saranno suffcienti i normali cambiamenti, ma occoreranno misure forti che susciteranno ulteriori reazioni e determineranno implosione civile, tensione internazionale e guerre . 

Chi vincerà?

Siamo sul ciglio del big-bang, che in Italia può portare al Governo il Movimento 5 Stelle che, senza progetto e senza classe dirigente, può però riuscire a rappresentare comunque l’indignazione collettiva.

Oppure vincerà il centrodestra ripulito di coloro che in realtà non ne hanno mai fatto veramente parte, ma che si erano comodamente associati per opportunismo. 

Il PD, proprio perchè è sempre stato il referente di tutte le amministrazioni, le burocrazie, le lobby e tutti gli interessi diffusi, ora ne paga le conseguenze, essendo universalmente riconosciuto come il massimo rappresentante di tutti i poteri, da quelli istituzionali a quelli giudiziari, da quelli bancari a quelli assicurativi, da quelli dell’informazione a quelli economici. 

La reazione per una volta stabilirà che “gli ultimi saranno i primi”. 

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